Il cellulare di una donna trovata morta in bagno a Padova ha registrato l’omicidio, incriminando l’ex marito.
A Padova, un tragico evento ha scosso la città lo scorso anno: una donna di 39 anni è stata trovata morta nel bagno di casa sua, apparentemente vittima di suicidio. Tuttavia, l’ipotesi iniziale di suicidio si è presto sgretolata grazie alle prove schiaccianti emerse dalle indagini. Il 2 agosto, la donna, di origine moldava, è stata rinvenuta priva di vita, con una cintura stretta attorno al collo, all’interno del box doccia della sua abitazione ad Abano Terme.
L’ex marito, un uomo di 42 anni, ha subito dichiarato che la donna si era chiusa in bagno e non rispondeva alle sue chiamate, ma la sua versione dei fatti non ha mai convinto del tutto gli inquirenti.
Una morte sospetta e la scoperta agghiacciante della donna
Le prime indagini hanno rivelato un quadro di profonde tensioni familiari, alimentate dalla gelosia dell’uomo. Le dichiarazioni di amici e familiari hanno contribuito a demolire l’idea del suicidio, suggerendo invece la possibilità di un omicidio. La svolta decisiva è giunta grazie al cellulare della vittima, che quella notte aveva registrato ciò che sarebbe stato il suo ultimo respiro. Le analisi tecniche sul dispositivo hanno rivelato l’intero tragico evento, dimostrando che la donna era stata strangolata nel sonno dal suo ex marito.
Il ruolo cruciale del cellulare nella risoluzione del caso
Il cellulare della vittima ha giocato un ruolo cruciale nello smascherare il tentativo dell’ex marito di far passare l’omicidio come un suicidio. Mentre la donna dormiva, l’uomo l’ha aggredita, strangolandola con una cintura. Successivamente, ha cercato di inscenare un suicidio, trasportando il corpo nel bagno e chiudendo la porta dall’interno.
Tuttavia, ciò che l’assassino non sapeva è che il registratore audio del cellulare della donna era acceso. Documentando l’intera sequenza dell’omicidio e le sue successive mosse per coprire il crimine.
Il 17 settembre è fissata l’udienza preliminare presso il Tribunale di Padova, dove l’uomo, attualmente in custodia cautelare, dovrà rispondere delle accuse di omicidio aggravato. Gli inquirenti sono certi che le prove raccolte, in particolare la registrazione audio, saranno decisive per ottenere una condanna. Questo tragico caso mette in luce ancora una volta quanto la tecnologia possa essere fondamentale nel garantire che la giustizia trionfi, anche nelle situazioni più drammatiche e complesse.